L’ortodonzia è la branca dell’odontoiatria che si occupa di raddrizzare denti storti, allineare le dentature e risolvere malposizioni o malocclusioni dentali.
E proprio su quest’ultimo problema, ci soffermeremo oggi: le malocclusioni infatti sono piuttosto frequenti e, spesso, sottovalutate, ma è proprio grazie ad un tempestivo intervento dell’ortodontista, soprattutto in età infantile, che si può correggere gli equilibri tra le arcate dentali ed evitare spiacevoli conseguenze che coinvolgono anche altre parti del corpo.
Ma in cosa consiste esattamente? Perché si parla di malocclusione di prima, seconda o terza classe? E in che modo la si può correggere? Ecco tutto quello che dovete sapere a riguardo e i consigli della dott.ssa Bragastini dello studio di ortodonzia a Verona Sorridi con Piacere.
Cosa vuol dire malocclusione di seconda classe?
Si parla di malaocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore non si allineano perfettamente con quelli dell’arcata inferiore e, nella maggior parte dei casi, quando viene diagnosticato questo problema (che può avere ripercussioni non solo sulla masticazione, ma anche sulla capacità di pronuncia), l’ortodontista consiglia l’applicazione dell’apparecchio.
La malocclusione dentale viene divisa in tre classi, in base ai modi diversi in cui i denti possono chiudersi scorrettamente: la prima, e la più diffusa, indica che la mascella e la mandibola sono posizionate correttamente,
E che i denti dell’arcata superiore si vanno a sovrapporre leggermente a quelli inferiori. La seconda classe, nota anche come retrognatismo, indica che i denti dell’arcata superiore sporgono in avanti rispetto ai denti dell’arcata inferiore.
La terza infine, detta anche prognatismo, indica che i denti dell’arcata inferiore sporgono in avanti rispetto a quelli superiori.
La maloclussione è generalmente ereditaria, ma può essere dovuta anche a comportamenti scorretti o legati ad altre patologie, come il bruxismo, l’utilizzo prolungata di ciuccio e biberon nell’infanzia, denti scheggiati, fratture in età infantile, tumori alla bocca o alla mandibola e artrite reumatoide.
Come capire se hai una malocclusione di seconda classe?
Sono diversi i sintomi più frequenti della malocclusione dentale di seconda classe.
Tra questi, troviamo la difficoltà a masticare correttamente o a deglutire, la predisposizione a sviluppare patologie come carie e gengiviti (dovute al fatto che, se i denti sono disallineati o sovrapposti, è più difficile mantenere una corretta igiene orale), dolori cervicali, emicranie o cefalee, vertigini, ronzii e acufeni, mal d’orecchio e dolori diffusi alla mandibola o alla mascella.
La malocclusione può comportare tensioni alla muscolatura del cranio, compromettendo di conseguenza le funzioni dell’orecchio interno e causando anche problemi di equilibrio; inoltre, potrebbe avere ripercussioni anche sulla colonna vertebrale, che potrebbero portare a cifosi, mal di schiena e problemi posturali.
Cosa consiglia l’ortodontista
Tra le cure più efficaci in età preadolescenziale rientrano indubbiamente gli apparecchi ortodontici fissi o mobili. La percentuale di riuscita per correggere questo problema è molto elevata, soprattutto se il percorso viene intrapreso nel periodo di crescita del giovane paziente.
La tempestività di intervento infatti, ricopre un ruolo di fondamentale importanza, non solo a livello estetico, ma soprattutto funzionale: ecco perché conviene contattare subito l’ortodontista se notate che i denti del vostro bambino sono sporgenti; solo in questo modo infatti, potrà consigliarvi la soluzione già adeguata a risolvere le esigenze specifiche del caso.
In età adulta invece, è bene valutare le alternative possibili insieme all’ortodontista: questo potrebbe consigliare l’applicazione di un apparecchio o, nei casi più gravi, un trattamento chirurgico specifico o l’eliminazione di uno o più denti per ristabilire l’equilibrio del morso.