Potrebbe accadere che, controllando i denti dei vostri figli, notiate che siano particolarmente macchiati o opachi: il problema in questo caso è noto con il nome di “demineralizzazione”, ma niente panico! È una situazione assolutamente risolvibile che, tuttavia, non bisogna sottovalutare, specialmente quando si verifica nei bambini. Ecco tutto quello che dovete sapere sulla demineralizzazione e sui comportamenti da adottare per prevenirla e/o curarla già dalla tenera età.
Cosa fare quando i denti si presentano di colore alterato
Come accennato in precedenza, la demineralizzazione dei denti rappresenta un problema da non sottovalutare non solo a livello estetico, ma anche per la salute della bocca e, specialmente quando si presenta nei più piccoli, non bisogna ignorare i segnali per evitare che, nel lungo termine, i danni diventino permanenti. Ma in cosa consiste esattamente la demineralizzazione? I denti sono ricoperti dallo smalto (formato per lo più da cristallo di idrossiapatite) che è di natura traslucida; ciò che dà il colore bianco infatti, è la dentina sottostante.
Nonostante lo smalto sia molto resistente, si tratta di un elemento costantemente soggetto ad abrasione ed erosione (trovandosi sulla superficie dentale) e, di conseguenza, particolarmente soggetto a rovinarsi nel tempo. Anche i bambini possono presentare tale problema. È bene dunque far controllare spesso al dentista il loro stato, soprattutto se i piccoli accusano una forte sensibilità nei confronti degli agenti esterni (se lo smalto è rovinato, la dentina è più esposta e, di conseguenza, si è maggiormente sensibili al caldo e al freddo) o se notate delle macchie bianche o marroni, un chiaro segnale della demineralizzazione in corso.
A cosa è dovuto: cause e rimedi
L’eziopatogenesei e multifattoriale. Le cause possono essere sia di natura genetica che legate a fattori esterni: nel primo caso, sono la conseguenza di calcificazioni parziali o difetti nella maturazione della matrice dello smalto durante la fase di formazione del dente; nel secondo caso invece, possono essere sono dovute a carenze nutrizionali (soprattutto di vitamine a,c e d), nascita prematura, malattie gravi (come varicella, morbillo e scarlattina), sostante chimiche, assunzione di farmaci che contengono tetracicline (che si lega al calcio durante la mineralizzazione, andando a ostruirne la naturale formazione) o infezioni/traumi locali.
Dopo che il vostro dentista avrà identificato il problema, provvederà a consigliare la terapia migliore in base anche all’età del bambino e all’entità della demineralizzazione: la terapia potrebbe consistere in semplici applicazioni topiche di fluoro, sigillature o più complesse ricostruzioni dello smalto danneggiato.
La prevenzione
La prevenzione del processo di demineralizzazione del dente parte ovviamente dall’igiene orale e dalle buone pratiche di pulizia che si imparano fin da piccoli: bisogna lavare i denti dopo ogni pasto, usare il filo interdentale, pulire la lingua e i tessuti molli del cavo orale, il tutto per evitare l’accumulo di batteri nella bocca. Inoltre, la salute dei denti passa anche attraverso la dieta: no dunque a un consumo eccessivo di zuccheri e di cibi preconfezionati, di bevande zuccherate o di sostanze troppo acidi, sì invece a tanta frutta e verdura. I denti dei vostri figli vi ringrazieranno!
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