L’uso del ciuccio da parte dei bambini dai 0 ai 3 anni è una pratica molto diffusa. La bocca è infatti il primo strumento attraverso il quale il bambino entra in contatto con il mondo esterno, non è un caso, infatti, che nei suoi primi mesi di vita cerchi di portarsi alla bocca tutti gli oggetti con cui entra in contatto. Il ciuccio, quindi, è la soluzione più adatta per soddisfare questo istinto di scoperta e sperimentazione che i bambini hanno nelle primissime fasi della loro vita.
Ma esiste una correlazione tra l’uso del ciuccio e i denti storti? Quando sarebbe meglio togliere il ciuccio al bambino?
Il ciuccio per i bambini: funzione e utilizzo
Partendo dal presupposto che il ciuccio non è indispensabile, e che tanti bambini ne fanno tranquillamente a meno, si tratta pur sempre di uno strumento ampiamente utilizzato dai bimbi dai 0 ai 3 anni.
La funzione principale del ciuccio è quella di soddisfare l’istinto naturale del bambino di succhiare. La suzione, per il bambino, ha una grande importanza. Non si tratta unicamente di un riflesso legato all’esigenza di alimentarsi, ma risponde anche ad una necessità di rassicurazione e gratificazione.
Il ciuccio concilia il sonno, non a caso i bambini lo richiedono soprattutto prima di andare a dormire, ma anche quando non stanno molto bene e trovano nel ciuccio un sollievo al dolore.
Altra importante funzione del ciuccio è quella di facilitare lo svezzamento dall’allattamento materno, diventa lo strumento tramite cui non spezzare definitivamente il legame con il seno della mamma, ma allo stesso tempo contribuisce a rendere sempre più indipendente il bambino.
Sono tanti i benefici e le funzioni del ciuccio, ma è importante farne il corretto utilizzo. È consigliato disabituare il bambino all’utilizzo del ciuccio prima dei 24 mesi, per poi eliminarlo completamente. Un utilizzo continuativo oltre questo limite di tempo rischia, infatti, di causare importanti danni sotto diversi punti di vista: i denti prima di tutto!
Il ciuccio può causare danni al palato?
L’atto di suzione stesso è l’origine dei danni che il ciuccio è in grado di causare al palato e alle arcate dentarie in generale. L’utilizzo del ciuccio, specie se protratto oltre i 3 anni di età, impedisce il regolare sviluppo del palato. La lingua ha l’importante funzione di ampliare il palato e l’arcata superiore in modo che coincida con quella inferiore.
Il ciuccio si infrappone tra la lingua e il palato, compromettendo questo naturale processo di sviluppo. La conseguenza è quella che il palato tenderà ad essere più stretto, l’arcata superiore e quella inferiore non saranno ben allineate e il rischio di morso aperto è molto alto.
Tutto questo non si traduce non solo in un problema puramente estetico, ma anche funzionale, in quanto può dare origine a danni funzionali che coinvolgono la fonazione, la deglutizione e la masticazione.
Denti storti e ciuccio: c’è una correlazione?
È stato dimostrato che esiste una correlazione tra i denti storti e l’uso del ciuccio. Quest’ultimo determina un’errata posizione della lingua che durante la deglutizione e la suzione tende a spingere i denti in avanti e contribuisce alla formazione nel bambino di una dentatura storta con conseguente mal occlusione dentale.
Una mal occlusione dentale, nel lungo periodo, non soltanto può determinare un danno estetico, ma potrebbe essere la causa di tensioni muscolo scheletriche, frequenti mal di testa e dolori muscolari alla schiena.
Per tutta questa serie di ragioni è importante interrompere l’uso del ciuccio intorno ai 2 anni di età. Oltre i 6 anni di età l’uso del ciuccio deve essere assolutamente evitato. In questa fase iniziano a spuntare i primi denti permanenti che in caso di mal occlusione consolidata potrebbero rendere necessari interventi di ortodonzia correttiva.
Tanti genitori tendono spesso a sottovalutare il legame tra denti storti e utilizzo del ciuccio, motivo per cui non sempre si riesce ad intervenire prima che i bambini sviluppino problemi dentali. Per evitare che questo accada è fondamentale sottoporre i bimbi a controlli periodici dall’ortodontista, in questo modo sarà possibile prevenire ed evitare interventi correttivi più invasivi.